Compact disk

 

 Due lunghe stringhe di suono impro registrate nell’estate del 2019.

 Il tutto piuttosto che il niente, pianoforte, oggetti, microfoni (a contatto e non), live    electronics.

 Un gioco rigoroso di inventiva sottrazione ed ampie  risonanze, di trattenuti pieni che sfumano nel silenzio e di silenzi brulicanti di vita.
 Un soffermarsi nei pressi di una contemporanea mutevole e mutante, che s’interroga in libertà sulle

 possibilità future del suo essere, senza fasi  ansiogene  di mezzo. Che accarezza l’aurea di un

 suono sul limite di un’impalpabilità feldmaniana e nel  frattempo tratta/trasforma e ingloba materia. Preziosa opera documentale.

 MARCO CARCASI, Katodik

 

Gli anni vanno dipanandosi, il pianoforte visionario di Gianni Lenoci ci manca sempre più. Sono dunque ben accolte tutte le testimonianze postume che stanno saltando fuori, segno che in molti sapevano che ogni volta che le dita del pianista e istant composer toccavano gli ottantotto tasti lasciavano il segno. Come qui, in questa sessione del 2019: piano, suoni catturati fuori dallo studio, il computer di Degrassi che processava in tempo reale porzioni di suono da un vecchio disco di Lenoci, oggetti vari: quasi due ore di intelligenza musicale.

GUIDO FESTINESE, Il Manifesto Alias

 

Suonava il pianoforte con uno stile inimitabile, cercava di portare nel jazz tecniche e punti di vista presi dalla musica contemporanea, predicava la disciplina e l’azzardo dell’improvvisazione, stimolava i suoi alunni al conservatorio di Monopoli ad andare sempre oltre, abbandonando «comfort zone», abitudini e pigrizie mentali. Gianni Lenoci ci ha lasciato nel 2019, a 56 anni, ma la sua musica e il suo insegnamento sono sempre con noi, vista la quantità di omaggi, registrazioni inedite, testi e riflessioni che continuano a uscire con regolarità. L’ultimo arrivato è un doppio cd edito dall’etichetta indipendente Setola di Maiale: s’intitola «Nothing» ed è cofirmato con Franco Degrassi, con il quale Lenoci aveva una consuetudine rinnovata nel tempo (due album, un tour in coppia nelle università americane). «Nothing» si compone di due lunghe improvvisazioni per pianoforte ed elettronica, una per disco, registrate in studio nell’estate del 2019: niente di preordinato o di strutturato, due flussi sonori senza rete nei quali viene corteggiato il silenzio ed esplorata soprattutto l’aura che circonda il suono.

FABRIZIO VERSIENTI, Corriere della sera Puglia

 

In Nothing c’è un sospettoso sguardo al futuro, un’adesione probabile ad un relativismo filosofico del “nulla” visto in funzione di una possibilità artistica, la copertura di insiemi dell’immaginazione che possono darci informazioni oltre l’apparente inconsistenza della nullità vista proprio come entità fisica. Nonostante tante belle conversazioni con Gianni non ebbi mai l’occasione di parlare di questi aspetti, sebbene fossi convinto di una sua idea ben precisa al riguardo: il suo “nothing” era anche esperienza di vita e voglia di dare una consistenza a quella parola. Comunque sia, dal punto di vista musicale, qui c’è un duo fantomatico capace di regalarvi una splendida e fresca rugiada, un effetto di evaporazione che si fonda sull’incredibile perizia dei musicisti, in grado di far emergere il corporeo delle fonti sonore.

ETTORE GARZIA, Percorsi Musicali

 

(...) Niente e tutto. Poetica sonora dell'assenza. "Nothing". Niente. Tutto. Il niente come presenza vibrazionale e testimonianza di un futuro esperibile sotto altre declinazioni dell'esistenza. Quel che ascoltiamo è "stato" ma al contempo "è", ossia continua a manifestarsi come momento eterno e sideralità di suono. Gianni Lenoci e Franco Degrassi tessono l'ordito di un percorso indecifrabile al pensiero razionale e che sfugge (fortunatamente) alla miseria della classificazione di prammatica, alle pruderie del critico bisognoso di conforto e d'una qualche bussola orientativa. Tutto si muove nella direzione dello sberleffo sadico situazionista, anch'esso agitato come diversivo per destabilizzare ogni eventuale ancoraggio (e mi pare di sentire tra silenzi e le note il ghigno sacro di Lenoci, la sua magnifica espressione che tratteggia l'imbarazzo del mestierante e lo spiazzamento della determinazione del volitivo). Avere l'accesso ai codici espressivi di "Nothing" non è atto praticabile senza una necessaria ‘iniziazione’. Non saranno mai gli inesorabili ascolti, la "voglia-di-capire-che-succede, la dedizione volenterosa allo studio musicologico a configurare una mappa necessaria, a legittimare la coscienza per un ascolto veramente "liberato". No. Occorre aver vissuto quella determinata esperienza l'esseci stati/non essendoci più, produrre la musica che sarà suonata quando il mondo si sarà fatto spettralità, altra morfologia di coscienza. "Nothing" è un'eterna sorgente di silenzio screziata dall'imperfezione del suono, dal crepuscolo del "vivente" che perturba la rivelazione di senso e, in definitiva, astrazione che si fa ricordo; forse la più estrema testimonianza che Gianni Lenoci e Franco Degrassi, potevano Iasciare alla celebrazione dell'immane vuoto cui s'addensa la vita 'affinché il suo spirito, che ha la stessa base della natura, possa imparare il suo muto linguaggio nei suoi puri radicali, prima di avvicinarsi nella sua infinita varietà nel comporli' (Coleridge)"

FRANCESCO CUSA, Cultura Commestibile

 

Un doppio cd ed un dialogo tra pianoforte e oggetti. Stavolta i protagonisti sono il compianto Gianni Lenoci, straordinario musicista pugliese scomparso nel 2019, e Franco Degrassi, responsabile dei live electronics e dei corpi sonori. Due lunghe sessioni di improvvisazione per pianoforte e oggetti con l’utilizzo di microfoni a contatto e computer per processare in tempo reale il suono di un vecchio disco di Lenoci. Il disco, ostico e definitivo nel suo incedere feldmaniano tra ombre e ansie, tra ruggine ed una perenne, inesorabile tensione che cova sotto la brace del (quasi) silenzio, è semplicemente magistrale. Impossibile raccontare in modo descrittivo quanto si ascolta, bisognerebbe lasciarsi andare alle metafore per restituire il mistero di una conversazione che pare convocare le divinità del cielo e della tempesta, radunando una coltre spessa di nuvole da cui piovono musiche del Novecento e di un tempo che non sappiamo né forse mai sapremo dire. Conoscevo Lenoci (l’ho anche intervistato, qui https://www.alfabeta2.it/2018/12/09/immaginare-la-musica-intervista-a-gianni-lenoci/ ), invece Degrassi è una scoperta per me. Molto interessante e personale nel vocabolario e nel repertorio timbrico messo in atto, dimostra di saper dialogare liberamente con un gigante come Lenoci, dando ulteriore profondità agli abissi scandagliati dai tasti bianchi per questa musica nera come una notte senza ritorno. Vorrei dire altro di un lavoro difficile e bellissimo, ma resto ammutolito di fronte al mistero eleusino della musica nel suo farsi e disfarsi; come scriveva Giorgio Caproni, “Le parole. Già. Dissolvono l’oggetto”. Un disco schivo, come i due musicisti che ne sono protagonisti, un documento prezioso e marginale e prezioso proprio perché cocciutamente marginale, un carillon dai fondali marini dove il tempo si curva e diventa Apocalisse, pubblicato non a caso da Setola Di Maiale: una esplorazione ai confini del vuoto e del nulla, come da titolo, condotta con magistero e passione, nella consapevolezza del nostro destino muto di pietra e polvere."

NAZIM COMUNALE, The New Noise

 



Italian composer Franco Degrassi and saxophonist Gianni Lenoci spent some time in the US in the spring of 2001. 16 is the recording of a single 50-minute live improvisation performed at Focal Point in St. Louis, MO on May 16. Lenoci plays a bit of piano in addition to his sax. Degrassi is credited for “mixed tapes," but it is difficult to know from the recording alone what it really means, especially if he works with pre-recorded tapes or if he is recording Lenoci and processing his sounds in real time (a technique Costs Drygianakis has also been developing with reel-to-reel tape machines). It may be both, but the pair obviously aims at blurring the distinctions between reality and virtuality. They also make extensive use of space and silence; some passages consist of isolated sound events. But they don't turn minimalism into a rule: other moments present plenty of action. It is this variety in dynamics that allows the listener to remain interested for the whole duration of the piece, but one must admit that the best interaction happens somewhere in-between the Radu Malfatti-like use of silence and the busiest moments. That said, the performance remains somewhat cold all the way through, interesting in its mechanisms but hardly engaging like Polwechsel's pieces can sometimes be.

FRANCOIS COUTURE, All Music Guide


 
 [...] otto improvvisazioni, vere composizioni istantanee. [Degrassi e Lenoci] ampliano la loro tavolozza espressiva  [...] lavorando sulla materia sono in modo alternativamente concreto ed astratto. L'immediatezza e la manipolazione del suono trovano infinite occasioni e lo spazio stesso non si limita a contenere le variazioni pianistiche, quando ad essere, per sè, strumento.
LUIGI ONORI, Il Manifesto Alias

 

Thick, dense and rich piano improvisional compositions that seem to be totally spontaneous.

This would we WONDERFUL music for the festival, or for those who live, eat & breathe improvisation! I'm sure it would be better live, but the CD does a great job of conveying the urgency & freneticism that helps you (the listener) transcend the awful norms! Apparently, the 2 work at this togheter, though without some kind of biographical information, I'm hard-pressed to comment. There are many-sided electronics, clanking bottles, guitars & tons of other interesting pictures woven into this musical tapestry...remind me of some of the sesion I used to have with Davey Williams, Wally Shoup & LaDonna Smith, in the early '80's. For those who NEED a little bit o' freestyle, this comes HIGHLY RECOMMENDED.

DICK METCALF, aka Rotcod Zzaj Improvijazzation Nation

 

I think the Cd is great […] Good luck with this work. It is exciting and interesting..

BOB BOSTER, Cultural Labitinth San Francisco Bay Area

 

Bandcamp

2002: 16 

piano,sax Gianni Lenoci mixed tapes Franco Degrassi            

francodegrassi.bandcamp.com/album/16

1998: Franco Degrassi Gianni Lenoci 

Piano, Gianni Lenoci  /  Live Electronics, Franco Degrassi

francodegrassi.bandcamp.com/album/franco-degrassi-gianni-lenoci

Collective improvisation projects

2018 a project of collective improvisation (Bari) https://vimeo.com/382887409
 
2017 a project of collective improvisation (Monopoli) https://vimeo.com/382298103
 

2012-13:  Karmax, a project of collective improvisation (Lecce)  https://vimeo.com/158548749